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Tradizioni culinarie
Le ricette

Quali erano i piatti tipici del passato? Si mantengono ancora oggi le tradizioni culinarie tramandate nel tempo? Con la cuoca della scuola, abbiamo seguito passo passo la ricetta per cucinare insieme un dolce tipico napoletano: gli struffoli!

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Le testimonianze
dei nostri nonni

Come vivevano un tempo i nostri nonni? Cosa mangiavano o indossavano più spesso? Quali erano i loro giochi preferiti da bambini? Li abbiamo intervistati per scoprire le differenze tra la vita di oggi e quella del passato, arricchendo il nostro bagaglio di conoscenze con aneddoti, valori e insegnamenti!

Gli struffoli napoletani

L'INTERVISTA AI NONNI

La vita di un tempo

I giochi per strada

A scuola

Le feste di paese

Durante le interviste fatte ai nonni e alle nonne, è emerso che le famiglie di un tempo erano molto modeste e facevano molti sacrifici, a lavorare era solo l’uomo di casa, ii i lavori più comuni erano l’agricoltore, il falegname o lo spazzino. Le madri erano solite occuparsi dei figli e della casa, alcune però per contribuire all’economia di casa facevano le sarte casalinghe. Non c’era molto da mangiare, dal lunedì al venerdì si mangiavano i legumi, la merenda si faceva con pane condito con zucchero e olio, la domenica però era una festa, si mangiavano gli gnocchetti fatti in casa con il sugo, di rare volte al suo interno si metteva la carne. Non sempre però. Era molto difficile permettersi di comprare la carne, soprattutto se non si possedevano allevamenti. All’epoca infatti, chi faceva un altro lavoro riceveva alcuni beni alimentari dopo aver ricambiato con un altro favore, un vero e proprio baratto. Fare il pane, diventava un momento collettivo, non tutti possedevano un forno e quindi ci si riuniva nelle case, nei cortili e tutti insieme si aspettava la cattura del pane.


Uno dei momenti più belli di tanto tempo fa, era quando ci si incontrava per strada per giocare con gli amici, di solito si giocava a campana, al salto della corda, al carretto, al gioco del bottone. Quest’ultimo era molto divertente. Ogni giocatore sceglie o meglio toglie dalle proprie camicie dei bottoni, tutti i giocatori si mettono fronte muro. Uno alla volta i giocatori lanciano i bottoni vicino al muro, il concorrente che lo lancia più vicino vince. Questo gioco lo si poteva fare anche con i sassolini o con le 100 lire, e in quel caso il vincitore portava con sé il bottino.

I nonni e le nonne, ci hanno raccontato anche che la scuola molti anni fa, era molto diversa da oggi. Tutti gli alunni indossavano un grembiule nero con un grande fiocco. Come zaino avevano tutti una borsa di cartone, all’interno avevano un quaderno a righe uno a quadretti e due penne una rossa e una blu. Le classi erano composte sia da maschi sia da donne, ma non potevano stare seduti vicino: in una fila c’erano gli uomini, nell’altra le donne. Qualche nonno, però, ha anche ricordato che alcuni istituti dividevano le classi per genere: o solo maschi o solo donne. Alcune donne frequentavano il collegio, altre andavano dalle suore dalle 8 fino alle 16.00. Per tutte le materie c’era un solo maestro, i nonni hanno ricordato il maestro Arturo Cavaliere che era molto severo. Per punire i suoi alunni gli bacchettava le mani con una lunga bacchetta, oppure li faceva inginocchiare sui sassolini. La scuola era obbligatoria fino alla quinta elementare, per accedere alle scuole medie bisognava fare un test d’ingresso. Siccome non avevano i riscaldamenti, nei mesi freddi per riscaldarsi, portavano a scuola un barattolo pieno di carbone e lo mettevano sotto il banco. Per andare a scuola, era d’obbligo un vaccino. Ai tempi, non esistevano gli ambulatori medici, quindi venivano fatti nelle scuole. I segni di questo vaccino sono ancora molto evidenti, ancora oggi portano i segni di una cicatrice sul braccio.

 

Uno dei momenti più belli per gli abitanti di Casapesenna è durante la festività di Sant’Elena e Sant’Antonio che sono i patroni di Casapesenna. Le strade si colorano di luci, per strada si sente un’infinità di odori che provengono dalle bancarelle: zucchero filato, noccioline caramellate, caramelle gommose, e tante, tante altre. I santi vengono portati durante la processione su un baldacchino.
La festa viene abbellita anche con un grande parco, nella zona del mercato, per far esibire artisti locali e non. Un tempo lo spazio adiacente era pieno di sedie, per permettere agli spettatori di godere di un buon e sereno spettacolo. Durante l’intervista con i nonni è emerso che anche se avevano poco riuscivano a divertirsi egualmente, godendosi ogni singolo momento.

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